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L’OPINIONE DI COACH CLAUDIO CENTRONE: “COMPITO DI ALLENATORI ED ISTRUTTORI COLMARE IL SOLCO NELLA FORMAZIONE DEI RAGAZZI CREATO DALLA PANDEMIA”.

In questa stagione di ripartenza, la Scuola Basket Delfini ha puntato su uno staff tecnico di altissimo livello, con il preciso obiettivo di offrire ai ragazzi ed alle famiglie le migliori opportunità possibili di crescita umana e tecnica. In questo contesto, spicca la presenza tra i tecnici del Settore Giovanile di Claudio Centrone, trentenne coach che è cresciuto nella stessa società prima come giocatore e poi come allenatore. Gli abbiamo rivolto alcune domande, ottenendo risposte tutt’altro che banali. 

Claudio, quali le ragioni di un legame così solido con la Scuola Basket Delfini?

Rapporti umani e competenza. Nella famiglia dei Delfini ho sempre trovato persone squisite, dagli allenatori che mi hanno allenato da piccolino (oggi colleghi) ad altre figure che agivano fuori dal campo ma che contribuivano in maniera imprescindibile al funzionamento della macchina e a dare serenità e gioia a bambini/e e ragazzi/e, primo fra tutti l’indimenticabile Presidente Piero Gentile.

Di questo lunghissimo percorso, quali sono le esperienze che ricordi più volentieri?

Tutta la trafila delle giovanili: con coach Cazzorla mi sono formato ed ho immagazzinato aspetti tecnici e comportamentali che tutt’oggi cerco di trasmettere ai ragazzi. A livello agonistico sicuramente la vittoria del campionato di Serie D dal campo, la stagione da Capo Allenatore in Serie C, la guida dell’U20 Nazionale e la vittoria del titolo regionale U18 Femminile, insieme all’amico Gianluca Monopoli.

Hai investito molto nella tua formazione di Allenatore: come il Covid ha cambiato le prospettive della gente di basket?

L’avvento del Covid ha dato un duro colpo al ramo più importante della struttura: le prime leve. Tutti sanno che l’attività fisica svolta a scuola non è neanche lontanamente sufficiente al fabbisogno di ragazzi in età prepuberale, “scaricando il compito” alle società sportive. Che devono essere formative non solo dell’aspetto tecnico, ma di tutta la sfera personale del giovane atleta: capacità relazionali, disciplina, rispetto delle regole, puntualità, tenacia, gestione delle emozioni, etc… Il periodo pandemico purtroppo ha creato un solco importante nella formazione dei giovani atleti e sarà compito di tutti gli istruttori e gli allenatori cercare di colmarlo nel miglior modo possibile.

Quest’anno il tuo lavoro con la Scuola Basket Delfini prevede anche un impegno con il settore femminile, nel quale avevi già lavorato in passato. Trovi differenza nell’allenare ragazzi e ragazze?

Sono convinto che le ragazze vadano allenate in maniera diversa, perché hanno esigenze diverse: sono più metodiche, più attente, meno fisiche e sicuramente più precoci rispetto ai coetanei maschietti. Il mio percorso formativo, universitario e privato, mi consente di utilizzare metodiche di insegnamento diverse per età e anche per genere, cercando la via migliore per acquisire fiducia e credibilità da atleti/e, cercando di farli sentire a proprio agio e trarne il massimo dal punto di vista cestistico.

Quali sono seconde te le priorità per chi allena atleti ed atlete ai primi approcci con l’agonismo?

E’ come costruire una casa: si parte dalle fondamenta! Occorre fornire tutti gli strumenti per poter affrontare autonomamente le difficoltà di una gara: la strada giusta non è dare la soluzione, ma gli strumenti per trovarla da sè. E’ la metodica più appagante per il giovane atleta e la strada corretta da percorrere per formare non solo il cestista, ma soprattutto la giovane donna o il giovane uomo che dovrà affrontare e risolvere dei problemi durante la sua crescita.

UFFICIO STAMPA ASD SCUOLA BASKET DELFINI MONOPOLI